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giovedì 16 aprile 2015

Il travaso: trapianto in vaso intermedio

Capita spesso di dover travasare una piantina dal piccolo vaso in cui si è fatta crescere dalla sua nascita, in una location intermedia che la accoglierà fino al giorno del suo vero trapianto a terra.

Questa operazione è necessaria per tutte quelle culture che devono essere forzate in anticipo in lightbox nei mesi freddi di fine inverno e che arrivanoad inizio primavera a stare strette nella propria dimora. Un trapianto direttamente a terra coi primi caldi dei mesi di marzo e aprile si rivelerebbe in un sicuro harakiri per le piantine a causa delle temperature notturne troppo basse. La soluzione ideale sta invece nel travasare le ormai attempate nuove nate, in vasi più grandi e lasciarle in una serra fredda fino ai primi di maggio.

L'operazione di travaso è molto semplice. Sia che la pianta abbia terriccio tendente all'umido o al secco, se si è sviluppata correttamente, si sfilerà dal proprio vaso senza sforzo e il panetto di terra e radici risulterà come nella foto seguente.
Tanto più avrete azzeccato il momento per il trapianto tanto compatto sarà il panetto di radici. Attenzione però: un panetto troppo intricato sarebbe segnale di ritardo nell'effettuare l'operazione. In quel caso occorrerà fare tesoro dell'esperienza e regolarsi meglio con le tempistiche l'anno successivo.


All'interno del vaso le radici si saranno sviluppate seguendo la forma del contenitore. Questo fenomeno genera un'abitudine della pianta a mantenere questa geometria anche dopo il trapianto in nuova dimora, limitando il corretto sviluppo verso tutte le nuove zone di terra da colonizzare. Per evitare che ciò accada occorre districare delicatamente le radici esterne del panetto, ai lati e soprattutto alla base, dove il fenomeno tende ad enfatizzarsi. Non succede nulla se qualche pezzettino di radice si spacca, anzi è quasi impossibile non farlo.


Una volta effettuata questa operazione si pone un po' di terra a riempire il fondo del nuovo vaso, si inserisce la piantina e si riempie tutto lo spazio rimanente fino a sormontare leggermente il livello del vecchio panetto. In questo passaggio io uso la stessa terra in cui poi andrà ad essere piantata la piantina, volendo si può usare anche per questo secondo passaggio il terriccio utilizzato nel primo vasetto.

Una volta terminato il tutto occorre bagnare abbondatemente di modo che la terra si compatti e che le radici superino lo stress subito.

Ultima avvertenza. Meglio non mettere concime granulare all'interno del terreno in un travaso. Si ottengono risultati migliori se si lascia riposare la pianta nel nuovo vasetto, senza concimi aggiuntivi per qualche giorno. Dopodiché si può anche iniziare una concimazione, se si vuole farlo.

4 commenti:

  1. Ciao! Ieri mi sono avventurata nel trapianto di porri e cipollotti, ma mica lo so se ho fatto bene. Forse dovevo aspettare un altro po'! Beato te che hai una serra :-)

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    1. Ho visto il tuo post e non ti saprei dire. Quest'anno sarà il primo anno in cui proverò a coltivare porri.... Ti dirò. Sono d'accordo con te che la serra fredda del nonno è una bella fortuna. Però esistono in commercio delle piccole serre da balcone, che possono essere una buona soluzione anche per te!

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  2. I have recently been doing the same task with my Brussels Sprouts, broccoli and kohlrabi - although I move them to bigger pots much earlier, when they have their first two proper leaves.

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